
“Trump e Zelensky si parlano, prove di pace a San Pietro”, titola l’Ansa pubblicando la “storica foto dell’incontro”, definito “un capolavoro della diplomazia vaticana”. I rappresentanti di Stati Uniti e Ucraina vengono così fatti apparire agli occhi del mondo come coloro che vogliono la pace, mentre Putin continua a fare la guerra. Trump scrive: “Mi fa pensare che forse non vuole fermare la guerra, mi sta solo tampinando, e deve essere affrontato attraverso sanzioni”. Il segretario di stato Usa Marco Rubio avverte che “gli Usa metteranno fine alla loro mediazione sul conflitto a meno che non arrivino proposte concrete da Russia e Ucraina”. Si continua così a ignorare la insistente richiesta russa di affrontare, in una sede ufficiale, le questioni di fondo che sono all’origine della guerra. Si continua allo stesso tempo a diffondere la fake news che la Russia voglia invadere l’Europa. Titola un articolo sul Wall Street Journal: “Le mosse militari russe che mettono in allarme l’Europa: Putin sta espandendo le basi e si sta preparando a spostare più truppe nelle regioni europee di confine, lontano dall’Ucraina”. In realtà è la Nato che avvicina sempre più forze e basi anche nucleari al territorio russo, mentre le potenze europee si preparano a inviare truppe in Ucraina continuando ad armare il regime di Kiev.
L’Amministrazione Trump, mentre continua in Europa la “mediazione sul conflitto” dichiarando di voler mettere fine alla guerra, in Medio Oriente conduce la guerra contro lo Yemen, che i media nascondono. Il Comando Centrale degli Stati Uniti annuncia ufficialmente che, nell’arco di un mese, ha colpito in Yemen oltre 800 obiettivi. Gli attacchi hanno ucciso non solo combattenti Houthi ma molti civili. Questa guerra, in continuità con la strategia dell’Amministrazione Biden, ne prepara un’altra molto più pericolosa, che gli Usa e Israele pianificano contro l’Iran.
Allo stesso tempo l’Amministrazione Trump, sempre in continuità con l’Amministrazione Biden, intensifica la sua politica contro la Cina, la potenza che gli Usa più temono. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, alla riunione dei ministri degli Esteri dei Brics a Rio de Janeiro, ha dichiarato: “Gli Stati Uniti hanno a lungo beneficiato immensamente del libero scambio, ma ora stanno usando le tariffe come leva per imporre prezzi altissimi agli altri Paesi. Se facciamo silenziosamente compromessi e concessioni, il prepotente, dopo aver guadagnato un centimetro, prenderà tre miglia“. Non avendo la capacità di bloccare l’avanzata economica della Cina, unita alla Russia e a un numero crescente di paesi del Sud Globale nel gruppo del Brics, gli Stati Uniti usano gli strumenti militari intensificando lo schieramento di proprie forze e di quelle degli alleati attorno alla Cina.
Contemporaneamente gli Stati Uniti e le altre potenze dell’Occidente conducono una sistematica demolizione delle Nazioni Unite, la cui autorità è completamente ignorata da Israele che continua a bloccare gli aiuti alimentari destina a Gaza. Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Uniti avverte di aver esaurito le scorte di cibo a Gaza mentre i valichi di frontiera restano chiusi. A Gaza oltre 65.000 bambini sono in condizioni critiche a causa di malnutrizione acuta. Un totale di 1,1 milioni di bambini e adolescenti palestinesi soffrono ogni giorno la fame.
Le agenzie delle Nazioni Unite per l’alimentazione e i rifugiati sono costrette a tagli profondi a causa di un crollo senza precedenti dei finanziamenti da parte dei principali donatori: soprattutto gli Stati Uniti sotto la presidenza Trump e altri Paesi occidentali – Germania, Gran Bretagna e i Paesi dell’Unione Europea – che “hanno dato priorità alle spese per la Difesa, spinti dai crescenti timori verso Russia e Cina”.
Il Programma Alimentare Mondiale – che fornisce assistenza alimentare urgente a oltre 340 milioni di persone che lottano contro la fame – ha avvertito che 58 milioni di persone, affette da fame estrema, rischiano di morire. Il crollo voluto dei finanziamenti a queste agenzie delle Nazioni Unite sta provocando più vittime delle guerre.
Manlio Dinucci
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